Far giocare i cani – gli adulti non giocano?

Ancora una volta, solo una rapida affermazione su dichiarazioni fatte ad un discorso sui cani o anche lette più e più volte sui canali dei social media.

“Così le persone adulte (strane) non giocano tra loro e non si parla con una persona strana”. Un po’ come cercare di spiegare i cani che non giocano tra di loro o che non permettono il contatto.

Ho già affrontato la questione in modo onnicomprensivo, di nuovo: non abbiamo bisogno di forzare il contatto tra i cani più di quanto abbiamo bisogno di impedirlo freneticamente.

Questi paragoni insensati (che possono effettivamente applicarsi a persone completamente antisociali) non possono essere scatenati su un pubblico che impara in questa forma non riflessiva.

Prendiamo il “gioco per adulti”. Ok, forse dobbiamo parlare di “giovani”, ma se si vive in una grande città come Vienna, dove ci sono fantastici impianti sportivi per ogni tipo immaginabile di sport in quasi tutti i quartieri e dove avviene un’interazione socialmente normale, dove gli “estranei” possono benissimo trovare la loro strada per un gioco comune, allora non voglio negare questa capacità nemmeno ai cani.

“Gli estranei non si rivolgono l’un l’altro”. Ah no? Così anche come un tipico visitatore di un caffè viennese che “vuole stare da solo ma vuole compagnia”, come dice il proverbio, ci saranno sempre belle conversazioni.
Si chiama “small talk” e può anche trasformarsi in una lunga chiacchierata durante un’escursione in montagna.

Naturalmente non “violenterò” nessuno con una “chat” imposta, ma come essere umano di solito so riconoscere altrettanto bene quando la mia controparte non vuole parlare, come un cane. Certo, ci sono sempre delle eccezioni, ma volerne fare una regola valida in generale e dirlo con disinvoltura, soprattutto nel contesto di una conferenza, è un po’ violento.